L’interpretazione probabilistica della funzione d’onda di Schroedinger è opera di Max Born. E Schroedinger non fu mai d’accordo con questa interpretazione. Egli era fermamente convinto che esistessero le “onde pilota” teorizzate da De Broglie e da cui partì per formulare la sua famosa equazione.
Non aver avuto il giusto riconoscimento dei suoi contributi alla MQ, avendo lavorato a stretto contatto con Heisenberg e Jordan nello sviluppo della “meccanica delle matrici”, è sempre stato il cruccio di Born, e se ne lamentava apertamente negli ultimi anni della sua vita.
Nel 1954 Born ricevette il premio nobel per ll’interpretazione probabilistica della funzione d’onda da lui formulata nel 1927; 28 anni dopo la pubblicazione del suo lavoro, 22 dopo il Nobel ad Heisenberg.
In una sua lettera del 1954 Einstein scrive a Born “sono stato molto lieto che tu -sia pure stranamente in ritardo- sia stato insignito del premio Nobel per i tuoi fondamentali contributi alla moderna teoria dei quanti.”
E Born commenta così la lettera anni dopo, con una punta di polemica finale: “Il fatto di non aver ricevuto nel 1932 il premio Nobel insieme con Heisenberg mi era dispiaciuto, nonostante una bella lettera di quest’ultimo; in seguito avevo dimenticato quest’amarezza, essendo consapevole della superiorità di Heisenberg, e al mio ritorno in Germania la ferita era già da tempo sanata. Tanto maggiori furono la sorpresa e la gioia nel ricevere il premio, anche perchè questo non mi fu assegnato per il lavoro compiuto insieme a Heisenberg e Jordan, ma per l’interpretazione statistica della funzione d’onda di Schroedinger, che avevo concepita e dimostrata da solo. Non deve far meraviglia che tale riconoscimento abbia tardato 28 anni, giacchè tutti i grandi pionieri della teoria dei quanti -Planck, De Broglie, Schoredinger e, non ultimo, lo stesso Einstein- erano contrari all’interpretazione statistica. Non dev’essere stato facile per l’Accademia di Svezia agire in contrasto con queste voci autorevoli: ho dovuto quindi attendere che le mie idee diventassero patrimonio comune dei fisici, tra l’altro per opera di Niels Bohr e della sua Scuola di Copenaghen, dalla quale oggi prende comunemente nome l’indirizzo di fisica teorica da me fondato”. (A. Einstein, M e H Born – Scienza e Vita – Lettere 1916-1955)