L’eterna lotta tra ciarlatani e sognatori.
“Come scopritori dei nuovi elementi (il nr 84 e il nr 88), Pierre e Marie Curie avevano diritto di dare loro un nome. Vista l’attenzione che la vicenda aveva attirato su di sé (non da ultimo perché uno degli scienziati era una donna), Marie volle sfruttare l’occasione per un messaggio politico e battezzò il numero 84 «polonio», in onore della sua madrepatria, allora politicamente inesistente. Era una mossa senza precedenti, e la donna sperava in quel modo di dare una spinta alla lotta per l’indipendenza della Polonia. Non fu così. L’opinione pubblica se ne accorse appena, presa com’era a seguire i dettagli più sordidi della sua vita privata” (Nota1).
“Il secondo elemento da lei scoperto, il radio, al contrario divenne in breve tempo una star mondiale, grazie anche al suo esotico bagliore verde traslucido. La gente si mise addirittura a bere acqua corretta al radio, grazie a marchingegni come il Revigator. Era considerata benefica per la salute.
Il Revigator era un recipiente di ceramica rivestita di radio. I possessori di questo status symbol lo riempivano d’acqua, che lasciavano decantare per una notte; dopodiché bevevano il rinfrescante liquido diventato radioattivo. Si raccomandava di assumerne almeno sei bicchieri al giorno.
Un’azienda concorrente, la Radithor, vendeva bottiglie di acqua al radio e al torio preconfezionate”.
Il radio divenne negli anni ’20 del secolo scorso l’elisir della giovinezza su cui le case cosmetiche cominciarono a speculare, sfornando e pubblicizzando ogni genere di prodotti a base di radio: creme di bellezza, fondotinta, shampoo, fanghi, dentifrici.
Nel 1933 il farmacista Alexis Moussali produceva Tho-radia, un’intera linea cosmetica a base di Radio e Torio, secondo la formula del Dr. Alfred Curie (bromuro di Radio e solfato di Torio). Non è chiaro se questo Alfred Curie fosse esistito veramentte, e in ogni caso non aveva nessuna relazione con i coniugi Curie.
Mentre industrie e ciarlatani speculavano e lucravano sulla nuova moda della radioattività, la situazione economica di Marie Curie e dell’istituto di ricerca da lei fondato (l’Institut du Radio) diveniva sempre più precaria. Se avesse brevettato l’elemento da lei scoperto, avrebbe sicuramente ricavato enormi guadagni, ma lei e il marito “scelsero” di non farlo e Marie, pur in difficoltà economiche, difese così quella scelta:
«Molti amici mi dicono, non senza valide ragioni, che se Pierre Curie e io ci fossimo preoccupati di tutelare i nostri diritti avremmo ottenuto i mezzi necessari a creare un istituto del radio più indipendente, senza doverci imbattere in quegli ostacoli che hanno rappresentato un handicap per entrambi, e che continuano a esserlo per me. Tuttavia, rimango convinta della bontà della nostra scelta.
L’umanità ha certamente bisogno di persone pratiche, capaci di ottenere il massimo dal loro lavoro e, senza dimenticare il bene generale, di salvaguardare i propri interessi. Ma ha anche bisogno di sognatori a tal punto tratti dai liberi esiti di un’impresa da considerare impossibile prestare la minima attenzione ai propri benefici materiali.
In effetti questi sognatori non meritano la ricchezza, poiché non l’hanno desiderata. Tuttavia, una società ben organizzata dovrebbe assicurare a questi lavoratori tutti i mezzi necessari a raggiungere i loro obiettivi, all’interno di una vita sgombra da preoccupazioni materiali e votata alla ricerca disinteressata.»
Chapeau!!!!! cher Mme Curie.
Nota 1: E’ noto che Marie Curie, dopo la morte del marito, ebbe una relazione clandestina col fisico Paul Langevin, sfociata in uno scandalo pubblico quando la moglie di questi venne in possesso delle lettere della Curie e le diede alla stampa francese, che non si fece scrupolo di pubblicarle.
Fonti:
Sam Kean-Il cucchiaino scomparso
M. Borelli – Marie Curie – La vita non è facile, e allora?
Revigator e altri prodotti pseudoscientifici