Così commentava Planck, ricordando la fredda accoglienza riservata alle sue prime teorie. Planck sarebbe però l’eccezione che conferam la regola, poicghè fu sempre disposto a farsi persuadere dai nuovi princìpi, come quando per primo sostenne Einsteine la sua teoria della relatività, o quando, ormai settantenne, entrò nel pieno della discussione sulla nuova meccanica quantistica.
Ma se i dilemmi della scienza lasciavano intravedere una soluzione, ben più difficili da affrontare erano quelli della politica, sopratutto con l’avvento del nazismo.
In questa chiara e approfondita rievocazione storica del mondo della fisica tedesca dal 1880 al 1950 circa, Heilbron ricostruisce non soltanto la carriera scientifica di Max Planck, ma anche e soprattutto il suo ruolo di organizzatore e amministratore, che dalla Società tedesca di Fisica, dall’Università di Berlino e dall?Accademia prussiana delle Scienze operò con quieta tenacia per sostenere la propria visione della scienza, dello scienziato, delle istituzioni scientifiche, in anni di profondi rivolgimenti.
Punti di particolare interesse sono il rapporto tra planck(e Einstein) e il filosofo Mach, gli esordi della teoria dei quanti e della relatività, la ricostituzione della scienza e dell’industria tedesca dopo la prima guerra mondiale, l’avvento del nazismo, preannunciato dalle prime campagne contro Einstein. Heilbron li ricostruisce grazie a documenti in gran parte inediti, tratti dalla corrispondenza personale di Planck e delle persone a lui vicine.
(Dalla quarta di copertina)
Se si pensa per un attimo al centro di quali polemiche scientifiche e di quali eventi storici si trovò Max Planck durante la sua vita ci si rende conto che una sua biografia scritta da uno storico di valore quale Heilboron può avere un interesse che va ben oltre quello per le vicende personali di un singolo scienziato. Seguendo l’itinerario scientifico e culturale di Planck si devono attraversare eventi che vanno dall’affermazione dell’atomismo alla nascita della meccanica quantistica; dalla polemica con Mach a quella con la scuola di Copenaghen; dalla posizione degli scienziati tedeschi durante la prima guerra mondiale all’avvento del nazismo. La posizione accademica e la figura carismatica di Planck ne hanno fatto il rappresentante della scienza tedesca dal 1880 circa fino al 1950. Da questo libro si traggono informazioni di carattere storico di grandissimo interesse. Emergono aspetti poco conosciuti della polemica sull’atomismo e di quella sulla teoria della relatività di Einstein. In modo particolare, leggendo in che modo Planck fu inizialmente isolato e poi attaccato con sempre maggiore violenza dagli scienziati di regime, emerge una visione chiara di quello che la scienza fu sotto il nazismo e di come essa veniva concepita. Dunque nel complesso questo è un ottimo libro, scritto con chiarezza, rigorosamente documentato, accompagnato da un’ampia bibliografia; potrà essere letto da chiunque abbia interessi storici, scientifici o anche solo biografici.
scheda di Lo Bue, M., L’Indice 1988, n.10